Educazione & CulturaMuay Thai

Muay Thai, un’arte marziale ?

Chi si avvicina alla Muay Thai è bene che sappia che non si tratta di uno sport né di una disciplina con cui giocare, il mio consiglio è “estrema responsabilità”. 

Sono tecniche nate per difendersi, ed ancora molto lontane da essere considerate uno sport così come lo intendiamo noi occidentali.

Molte sono le analogie che un occhio inesperto può trovare con altre arti, è mia opinione che la muay thai sia una disciplina a parte.

Molte delle tecniche descritte nella Muay Thai hanno interpretazioni differenti, troverai infinite varietà di nomi ed interpretazioni, così com’è anche il popolo thailandese, difficile da interpretare e ricco di contraddizioni.

Possiede un alfabeto di 44 consonanti, 13 di queste hanno 3 toni di pronuncia, il cui tono più o meno prolungato modifica il senso della frase.

Si può intuire la difficoltà comunicativa ed interpretativa.

Nell’era di internet e della conoscenza nel modo più ampio e vasto possibile, ti potrai fare la tua idea sul tema, e corrisponderà  sicuramente alla realtà, se ne esiste una.

Sarà in funzione di quanta esperienza hai e della tua maturità, nonché del grado di capacità di accettare un’idea diversa dalla tua, buona ricerca!

Io non sono un maestro, né un blasonato esperto, mi reputo un “reggitore di pao”, forse quello della muay thai moderna è più in basso nella catena gerarchica.

Ma amo questa posizione, quando alleno e mi alleno, è una posizione che mi permette di conoscere, di aiutare, di spronare, di avere  in quel momento una parte attiva e tangibile, e di viverla pienamente.

 Il tempo è un valore importante da dedicare a qualcuno!

A me piace vederla cosi!   

Questo articolo ha lo scopo di riportare la mia conoscenza e le mie ricerche e nient’altro.

Ognuno abbia la propria idea in merito, sarà la migliore sicuramente, non ci sono verità assolute come a noi occidentali piace tanto tanto credere!

COSA SONO LE ARTI MARZIALI

Il termine Arti di Marte indica per gli inglesi (i quali codificarono per la prima volta in un manuale la scherma):  una serie di tecniche atte al combattimento, le tecniche di attacco e difesa da applicare, in battaglia. 

Sucessivamente (seconda metà del 1800) con il colonialismo; il termine indicò tutto quello che per noi occidentali sono esercizi e tecniche per affrontare genericamente pericoli ed avversari. 

LE ARTI DI MARTE

Nascono in tutto il mondo come contesto culturale autoctono, che vede le medesime esigenze di tutela, difesa della propria terra, beni, affetti e la propria incolumità.

Quindi come hanno fatto le Arti Marziali a diventare quelle che oggi noi consideriamo come tali?

Gli antropologi affermano fosse un termine occidentale per descrivere una resistenza locale incontrata dalle colonie. Come ben sappiamo sono stati fatti molti errori di traduzione ed interpretazione, questo per chi pensa che Arti Marziali, siano quello che gli asiatici intendono per la medesima pratica che intendiamo noi, utilizzando lo stesso termine. Perdonate il giro di parole.

Una mia amica Italiana che vive in India mi disse : “Quando parli con un indiano di Yoga e probabile che lui intenda il fitness, tu lo yoga” 🙂

Quindi cosa si intende realmente quando parliamo di Arti Marziali? 

Bhè in realtà non è facile definirlo, ma diciamo che sono un insieme di pratiche che riguardano l’uomo e la natura nell’atto di percorrere un cammino, tutelare la propria incolumità e quella dei propri cari, beni, patria ed affetti. Sono nate in tutto il mondo ed hanno principi molto simili.

Ma allora perchè,,

.. noi crediamo che le arti marziali siano quelle che oggi conosciamo come tali? 

Le a.m. ed il loro misticismo sono frutto di invenzioni e reinvenzioni di pratiche culturali autoctone, che attraverso il cinema, la comunicazione ed il business delle scuole di a.m, hanno materializzato l’esigenza di resistere culturalmente all’influenza dello straniero.

E più genericamente all’esigenza personale di rivalsa da una qualche forma di oppressione. Diventarono così un simbolo della cultura oppressa. Pare che sia un meccanismo conosciuto non solo per le a.m.

A fronte di una occupazione o all’esigenza di controllo del popolo, pescare nelle radici storiche e costruire un simbolo che caratterizza un popolo o un’abitudine è una caratteristica ripetuta nella storia, un’ abitudine consolidata.

I Media

Le Arti Marziali trovano nei media e nel cinema degli anni 60 il trampolino di lancio per la diffusione mondiale. 

Alcuni ricercatori come Cynarski Wojciech Jan Cynarski (nato nel 1965 professore polacco di scienze della cultura fisica, specializzato in teoria dello sport) afferma la necessità di collocare le arti marziali in sport da combattimento il cui riconosciuto valore di miglioramento psicofisico è predominante e compensativo delle esigenze del praticante, il quale si avvicinerebbe al mondo Marziale per compensare tali proprie mancanze consce o inconsce.

Ancora: secondo Choi, Hong Hi, il taekwondo è solo una variazione coreana del karate, la pratica di certe discipline intrise di valori etici ed utilitaristici va creando una sub-cultura dell’Uomo Buono, ma anche con i valori della filosofia del budo, ed il conseguimento dell’obiettivo.

Per gli orientali tutte le arti marziali sono una via per l’illuminazione o la ricerca spirituale più elevata (per come noi traduciamo queste frasi). 

In tutte le culture del mondo di qualsiasi epoca a qualsiasi latitudine esiste ed è esistita una certa propensione a varie forme di combattimento e ricerca spirituale.

George Gurdjieff elenca le 3 vie per l’illuminazione:

Del Fachiro, attraverso il corpo e la gestione e sopportazione del dolore.

Del Monaco, misticismo e fede tracciano la strada del monaco.

Dello Yogi, conoscenza ed intelletto per il suo percorso.

Sempre George Gurdjieff identifica la 4° via come l’insieme di tutte e tre quelle precedentemente elencate. 

Ambiti da sempre presenti in tutte le forme marziali del pianeta.

Un autoctono tentativo, noi occidentali lo abbiamo avuto con il codice cavalleresco, o templare; così come lo conosciamo, ma decisamente mancante di una cultura di ricerca e fede mistica di cui è pervaso il mondo delle arti marziali orientali.

Ovviamente parliamo di Asia, non è possibile vivere un’arte marziale, per un non asiatico, noi ci impegniamo a vivere la parte sportiva o cavalleresca e abbiamo anche ottimi risultati (sportivi); ma l’arte marziale non è un gioco per promotori sportivi o blasonate competizioni, con numerosi campioni del mondo di altrettante numerose sigle.

Per gli orientali i significati più o meno sono questi:

Il termine “Do” si accosta alla traduzione “Arte” o  “via” o “percorso”, cosicchè: 

Judo:  via della cedevolezza

Kendo:  via della spada 

Aikido: via per l’armonia universale 

Karate-do:  via della mano vuota 

Tae-kwon-do: “arte di tirare calci e pugni”

Ju- Jitsu Tecnica della flessibilità

Kung-Fu: ha un significato non traducibile se non in un concetto ossia l’acquisizione di un’abilità da studio e lavoro, termine applicabile in qualsiasi ambito

Shao Lin: significa giovane foresta 

Shaolinquan: pugilato della giovane foresta

Muay: significa ‘combattimento’, ‘pugilato’ o anche ‘lotta’, deriva dal sanscrito mavya che significa ‘unire’

ecc. ecc. , decisamente unimpatto differente, vie, percorsi, arte, foresta… 

La leggenda

Sempre la leggenda vuole che le origini di quelle che noi conosciamo come Arti Marziali orientali siano cinesi, nel monastero Shaolin, ma di leggenda si tratta.

In Europa scompaiono quasi tutte le arti marziali (sarebbe interessante approfondire) con qualche eccezione.

La box francese nata sotto il dominio di Napoleone (qui si apre un bel dibattito sul contenuto marziale della disciplina sempre secondo la nostra traduzione).

La capoeira, danza e combattimento fusi assieme dalle esigenze indotte dallo stato di schiavitù dei popoli in cui è nata. Distante dal concetto di “presenza” delle arti marziali tradizionali. Il praticante di capoeira cerca una condizione di stato alterato di  “trans”, fortemente influenzata dalla cultura vudù.

In Italia esiste un’arte marziale, praticamente scomparsa, che potrebbe per i suoi contenuti e caratteristiche essere accostata con più facilità alle arti marziali orientali; risiede custodita gelosamente nel nostro meridione. Tramandata da padre in figlio o a strettissimi collaboratori è “l’arte del bastone e del coltello” legata a società segrete e riti di iniziazione.

Ancora una volta il nostro meridione non è solo “Il Meridione”.

Le arti marziali non sono solo calci e pugni, hanno cambiato radicalmente il modo di fare comunicazione, di fare azione nei film, i concetti stessi di comunicazione, come una febbre inarrestabile.

Attraverso la stampa di ogni genere ed i film oggi conosciamo le A.m. così come le vediamo oggi. Inizialmente basate sull’opera di pechino in cui stile, arte, bellezza, eleganza, ed artificio facevano da padroni.

Sottolinea Hing Chao, curatore culturale del festival di Hong Kong delle arti marziali: la traccia era spesso se non sempre storie popolari tramandate di padre in figlio per generazioni, poi spettacolarizzate dalla cinematografia, tutto per traghettare la nazione verso il ventesimo secolo.

Dagli anni 60 ad oggi comincia una produzione di film sulle arti marziali sempre più spinte, questo modo di spettacolarizzare vecchie storie orientali andava avanti da decenni con grande interesse da parte di tutti: produttori e pubblico orientale, finchè negli anni 70 arrivò Bruce Lee.

Cambia gli equilibri cinematografici a favore dell’occidente, da lì in poi conosciamo le arti marziali attraverso una lente orientale e cinematografica. 

Una curiosità

in oriente i primi film di a.m. venivano fatti principalmente per l’intrattenimento delle casalinghe, ed essendo una cultura maschilista, per non distogliere l’attenzione della donna dal marito, le protagoniste principali erano sempre donne.

Nel mondo tutto questo movimento cinematografico, in un periodo di rivolte e richieste di diritti civili un pò ovunque creò l’epidemica diffusione delle arti marziali così come noi oggi le conosciamo. Un riscatto dell’individuo con le sole proprie risorse dalle oppressioni del mondo della famiglia degli amici, insomma uno strumento di rivalsa e di affermazione.

Negli anni 70 in America arrivano dal basso nuove forme di affermazione, come l’Hip Pop, break dance, parkour, e tutto quello che attraverso la spettacolarizzazione si poteva unire e portare assieme alle a.m. al cinema, vide il grande schermo. Nacquero sempre più stili e spettacolarizzazione, ancor più che nella realtà.

Storia

Diversi periodi si susseguono nella storia della Thailandia e della Muay thai, con re che vedono nella Muay Thai non solo una disciplina marziale Reale, ma anche un’occasione per unire il popolo e mantenerlo in buona salute e soprattutto coeso. In ogni caso tutti si sono prodigati a difenderla ed a coltivarne i valori. Utile in guerra come in pace, arriva protetta dai potenti della Thailandia fino ai giorni nostri. 

Leggendariamente il padre della Muay thai nasce in  un grande combattimento al limite delle umane possibilità che dà vita alla liberazione della Thailandia dall’occupazione Birmana ed al padre della Muay Thai, Nai Khanom Tom.

Una delle leggende narra Nai Khanom Tom prigioniero dei birmani, utilizzato per il divertimento del Re. Doveva combattere pubblicamente (era un fatto comune in entrambi i popoli e lo è ancora oggi sotto forma di sport) per definire molto semplicemente quale dei due stili era il migliore se la Muay Thai  thailandese o il Lethwei  Birmano. Nai Khanom Tom combatte ininterrottamente contro dieci lottatori birmani vincendo ogni volta, questo decretò il rispetto del Re birmano e la liberazione dei prigionieri Thai. Da allora il 17 marzo di ogni anno si festeggia il giorno della Muay thai.

Ma oltre alla leggenda:

La Muay Thai, la cui etimologia deriva dal sanscrito e significa: combattimento, pugilato, lotta (Mavya ), e Thai un aggettivo nazionale a sottolineare l’unità culturale di un popolo.

Il sanscrito è una lingua che unisce tutta l’asia, le cui influenze arrivano dall’India, Nepal, Bangladesh e altre aree dell’Asia del sud, dall’Estremo Oriente, come Cina, Giappone, Thailandia e Vietnam.

Ma cosa esattamente è la Muay Thai?

La Boxe tailandese, come la conosciamo noi, è una cultura locale fortemente influenzata dalle regole e dai  modi del colonialismo inglese e dal pugilato antico, acquista diffusione e popolarità proprio grazie ai commercianti inglesi. 

La Muay Thai ha 5 lignaggi: 

Muay Tha Sao (regione settentrionale), Muay Korat (regione nord-orientale), Muay Chaiya (regione meridionale), Muay Lop Buri e Muay Phra Nakhon (regione centrale). “Pugno pesante” Korat.

La muay thai antica o boxe thailandese non esiste soppiantata, per volere dei governatori coloniali, dalle regole internazionali e dal successo planetario che ha avuto negli anni, siamo intorno al 1921.

Ma una traccia rimane nel Lethwei box Birmana, molto simile alla Muay Thai, ma molto meno diffusa per la sua brutalità (fu bandita per legge durante il periodo coloniale perchè troppo pericolosa, mettendo in povertà scuole, insegnanti e pugili, favorendo cosi la muay thai).

Lethwei

Il Lethwei mantenne più fedeltà al combattimento antico storico, vedeva in tutto il siam la diffusione tra le file militari e le guardie reali di queste tecniche di Marte.

Un interessante documentario è Born Warriors, parla e descrive perfettamente questa antica disciplina e da cui non si può non notare la somiglianza alla Muay Thai, un occhio attento può anche notare quanto c’è di europeo nella Muay.

Per onore al giusto devo fare una riflessione ed una distinzione  quando parliamo di Muay Thai cosiddetta arte marziale o muay thai sport, in quest’ultimo caso avendo avuto il successo che tutti sappiamo, ha di conseguenza avuto un flusso di denaro, preparatori, attenzioni in generale, che l’hanno vista alzare il livello tecnico tattico e di preparazione di tutto il comparto sportivo.

Questo però non dovrebbe essere un metro di valutazione per la correttezza storica culturale dell’arte marziale, che trova nel Letthwei i connotati piu veritieri.

Pur essendo nella sua versione sportiva di gran lunga meno popolare, meno praticata e probabilmente con un livello tecnico tattico minore, proprio per le ragioni precedenti.

Prosperità e lunga vita

D’altronde abbiamo visto di recente apparire la Muay Thai Boran, che nasce da un tentativo lungimirante del governo thailandese di codificare le antiche tecniche presenti anche nel Lethwei.

Per dargli i giusti connotati storico culturali e garantire prosperità alla Muay Thai tradizionale, mantenendola Thai piuttosto che Birmana.

Gli onori vanno sempre al vincitore, avrà una maggiore odiens e la possibilità di dire la propria verità, che sia corretta o meno poco importa, avrà naturalmente un pubblico maggiore che sosterrà le sue ragioni. 

La Thailandia così come oggi la conosciamo ha una storia relativamente recente e tormentata, che ha visto cambiare profondamente l’aspetto politico culturale di questa magnifica popolazione.

Terminata con un colpo di stato nel 2014 e speriamo sia l’ultimo, anche se di recente una protesta importante è in atto, partita pare dagli studenti per ripristinare un pò di democrazia pur mantenendo la monarchia e il regime militare. Vedremo la storia cosa ci riserva…

Piccoli fatti: 

Le donne possono scegliere il proprio partner per volere del re da metà del 1800 circa nel 1860. 

Nei Primi del 1900 c’era ancora la schiavitù, ma come in molte parti del mondo.

Alla fine del XIX appaio scuole organizzate che sostituiscono o affiancano lo studio nel tempio dei giovani Thailandesi.

Oggi quello che da noi è il 2019 in Thailandia è il 2563, c’è una differenza di 544 anni. TO BE CONTINUED!!

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